Le cancellate al Giardino Scotto sono una vergogna e leggendo la comunicazione inviata dal Comune alla Soprintendenza, per di più a posteriori, ovvero solo dopo aver realizzato l’intervento, le nostre perplessità sono ancora maggiori. Nell’oggetto del documento del Comune si legge che la chiusura è determinata da ragioni di pubblica incolumità e, sulla base di questo, si giustifica anche la procedura di urgenza.
Quindi è normale immaginare che questa decisione sia stata presa a causa di un crollo già avvenuto o atteso, o che ci sia un problema di tutela del bene.
E invece, sorpresa: nulla di tutto ciò. Nel documento si legge “da tempo si susseguono fatti di degrado sociale da parte di ragazzi sia minorenni che maggiorenni che creano forti disagi ed inquietudini alle famiglie fruitori del parco e ai residenti degli edifici confinanti”.
Ma ecco la ciliegina sulla torta che smaschera definitivamente l’amministrazione: “Negli ultimi dieci giorni si sono susseguiti gravi fatti fino al compimento di sesso in pieno giorno”. Conclusione: “Per evitare queste frequentazioni anomale e tutelare la pubblica incolumità si è reso necessario eseguire una chiusura provvisoria”.
E’ evidente quindi come si utilizzi impropriamente una procedura di urgenza quando questa non sussiste. Non c’è alcun pericolo per l’incolumità pubblica, non essendo stati addotti motivi di sicurezza legati ad un crollo o a pericoli reali, ma si tratta invece di una scelta tutta politica volta a tenere lontane persone che frequentano gli spazi.
Ci troviamo davanti alla più plateale e clamorosa sconfitta di una amministrazione che non riesce a gestire persone che fanno sesso in uno spazio pubblico, o altri fenomeni sociali che ci rifiutiamo di definire di “degrado”.
E’ possibile che l’unica risposta che un Comune sa dare a comportamenti non corretti di ragazzi, per di più minorenni, sia quello di chiudere gli spazi, con la sola conseguenza di e spostarli qualche metro più in là?
E’ possibile che l’unica strada sia quella della blindatura al posto della educazione alla cura del bene pubblico, e che a fronte di installazione di telecamere, servizi di vigilanza, sbandierati controlli continui del territorio, l’unica risposta a “comportamenti osceni in un luogo pubblico” sia quello di mettere delle gabbie impedendo la fruizione di quel bene? Si pensa veramente di affrontare questioni sociali, aggravatesi con la pandemia, con gabbie e manganello? Si pensa veramente che, mettendo due cancelli per evitare il fastidio della vista a qualcuno, ragazzi e ragazze anche minorenni smetteranno di abusare di sostanze in maniera non consapevole?
Si tratta della solita propaganda della destra che non dà alcuna risposta ai problemi che esistono ma anzi li esaspera, trasformando gli spazi della città in gabbie.
Diritti in comune: Una città in comune – Rifondazione Comunista – Pisa Possibile