No alla camera di sicurezza all’interno della nuova caserma della Polizia Municipale

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Premesso che durante l’audizione presso la Seconda Commissione di Controllo e Garanzia svoltasi venerdì 17 gennaio 2014 il dirigente della Polizia Municipale dottor Bortoluzzi, illustrando il progetto della nuova caserma della Polizia municipale presso la Sesta Porta, ha confermato la realizzazione di una camera di sicurezza all’interno della nuova struttura.

Rilevato che il decreto-legge 22 dicembre 2011 recante “Interventi urgenti per il contrasto della tensione detentiva determinata dal sovraffollamento delle carceri” dispone l’introduzione del divieto della custodia in carcere.  Nei casi di flagranza di quei reati per i quali è previsto il giudizio direttissimo davanti al giudice monocratico, e si prevede  la detenzione provvisoria nelle camere di sicurezza delle Forze dell’Ordine. In caso di indisponibilità nell’ambito del circondario di camere di sicurezza, oppure   per  motivi di salute  della persona arresta o  per  ragioni eccezionali (pericolosità della persona arrestata) il Pubblico Ministero può  disporre che   l’arrestato venga condotto nella  Casa  Circondariale  del  luogo dove l’arresto e’ stato eseguito.

Considerato che questo provvedimento legislativo ha scatenato veementi proteste dei sindacati di Polizia, i quali hanno chiesto la soppressione delle modifiche apportate dalla legge 211, dichiarando che l’intensità dell’impiego di personale  necessario a svolgere la funzione di custodia, minerebbe l’espletamento delle mansioni di prevenzione e di tutela dell’ordine pubblico.

Rilevato che  gli stessi sindacati di polizia inoltre, fanno rilevare come il compito di custodia, soprattutto in una fase delicata come quella della misura cautelare, debba essere appannaggio di personale con competenze specifiche, attribuite dalla legge alla polizia penitenziaria.

Rilevato che in un’audizione di fronte alla Commissione giustizia del Senato del 4.1.2012 il vice direttore generale della P.S., prefetto Cirillo, ha specificato che le camere di sicurezza esistenti sono di pertinenza della Polizia di Stato, dell’Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza, precisando che il minor numero gestito da quest’ultima è riconducibile «alla missione istituzionale alla stessa demandata».

Considerato che la Polizia municipale può svolgere funzioni di polizia giudiziaria se si trova in una situazione in cui si ravvisa la fattispecie di un reato ma non è questa la «missione istituzionale alla stessa demandata», tant’è che il Prefetto Cirillo non cita la Polizia Municipale nella disamina delle problematiche apportate dalla nuova disciplina.

Considerato che la camera di sicurezza deve rispettare le disposizioni previste dalla legge del 26 luglio 1975 n. 354 sull’Ordinamento Penitenziario e del dpr. 30 giugno 2000, n. 230, regolamento sull’ordinamento penitenziario,

Preso atto che il dottor Bortoluzzi nel corso dell’audizione presso la Seconda Commissione di Controllo e Garanzia ha precisato che il locali individuato come camere di sicurezza sarà privo al suo interno di servizi igienici e non ha dato alcuna informazione circa il rispetto di quanto previsto dall’art 7 del Regolamento sull’ordinamento penitenziario citato.

Considerato che solo pochissimi Comuni italiani hanno istituito camere di sicurezza presso le proprie Polizie municipali.

Tenuto conto del fatto che l’istituzione della camera di sicurezza significherebbe un aumento delle spese del Comune e dei costi che ricadono sui cittadini, dato che i finanziamenti previsti dal capitolo 2554 (spese per il vitto dei detenuti nelle camere di sicurezza) e dal capitolo 2624/19 (spese per le pulizie) del decreto, che peraltro risultavano essere già insufficienti nel 2012 sono destinati, secondo l’art. 2 comma 2 del decreto, solo al Dipartimento per la pubblica sicurezza; tale articolo consente infatti l’utilizzo dei risparmi di spesa sui capitoli di bilancio dell’amministrazione penitenziaria, attraverso il trasferimento degli stessi capitoli al Dipartimento per la pubblica sicurezza sul quale gravano il mantenimento delle camere di sicurezza, le spese per le pulizie e il vitto delle persone arrestate.

Considerato che l’istituzione delle camere di sicurezza costituisce uno stravolgimento della funzione della Polizia Municipale, un  aggravio del carico di lavoro del personale e la sottrazione degli stessi ai compiti deputati infatti: a) le camere di sicurezza possono essere ubicate solo negli uffici e nei reparti che prevedono la vigilanza dell’arco delle 24 ore e che rispondano ai requisiti minimi previsti dalle vigenti disposizioni anche interne, relative anche alle raccomandazioni del Comitato europeo per la prevenzione della tortura;  b) il decreto prevede che il personale di polizia che deve provvedere alla vigilanza e al controllo delle persone arrestate presso ogni camera di sicurezza è di 10 operatori nell’arco delle 24 ore e precisa che tali operatori, pur non essendo adibiti in maniera esclusiva ai compiti connessi alla custodia, sono però vincolati alla permanenza nella struttura con l’esclusione di ogni loro impiego esterno con particolare riferimento al controllo del territorio; c) qualsiasi esigenza della persona arrestata, dal vitto alle funzioni fisiologiche, richiede la vigilanza e l’assistenza delle Forze di polizia; d) ai sensi dell’art. 67 bis della l. 26 luglio 1975 n. 354. legge sull’ordinamento penitenziario, anche alle camere di sicurezza è esteso il diritto di visita senza autorizzazione a consiglieri regionali, parlamentari etc. e il personale deve sempre essere disponibile per l’accompagnamento.

Considerato che il Comitato Europeo per la Prevenzione della Tortura, delle pene e  dei trattamenti inumani e degradanti, nei sopralluoghi effettuati presso le camere di sicurezza di polizia e carabinieri, ha rilevato pesanti episodi di maltrattamento in 1 persona intervistata su 15. Lo stesso Comitato, in un sopralluogo effettuato nel 2012 ha denunciato al Consiglio d’Europa la fatiscenza delle strutture, e l’assenza di operatori con competenze specifiche.

Il Consiglio Comunale ritiene

Non opportuna la decisione di realizzare una camera di sicurezza all’interno della nuova caserma della Polizia Municipale e impegna il sindaco e la giunta affinchè sia modificato il progetto affinchè non sia stata istituita questa struttura né nella nuova caserma di via Battisti né in nessun’altra sede di competenza comunale.

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