No, non sarebbe più opportuno (per Paolo Pietrangeli)

Quando morì Franco Coggiola, una delle colonne dell’Istituto Ernesto De Martino, un compagno di formidabile intelligenza, capacità di lavoro e sensibilità, Paolo Pietrangeli scrisse per lui questi versi:

Come sarebbe più opportuno
se non ci fosse più nessuno
se gli operai coi commercianti
gli impiegati gli studenti non tornassero mai più.
Spariti come fumo al vento
spariti come il Novecento
in una nube un po’ rossastra
impressionati su una lastra
segni di un secolo che fu.
[…]
No, non sarebbe più opportuno
se non ci fosse più nessuno
a chi affidiamo la memoria
non ci fidiamo della storia
Franco perchè non ci sei più.

Ora se n’è andato anche Paolo, generoso cantore della sinistra di classe. Da solo e nel Nuovo canzoniere italiano, in particolare con Giovanna Marini e Ivan Della Mea.

Dei suoi versi non cogliamo tanto quel “Franco perché non ci sei più” che verrebbe naturale riattualizzare in un “Paolo perché non ci sei più”.

Cogliamo piuttosto quel “No, non sarebbe più opportuno / se non ci fosse più nessuno”: tutti i soggetti che hanno costruito solidarietà e alternative nel Novecento – e prima ancora – sono sempre lì e devono costantemente rimanerci. Non sono cancellati e non lo saranno, anche grazie alla nostra memoria e al nostro lavoro politico, culturale e – perché no? – artistico di tutti i giorni.

Questo è anche il senso del lavoro e dell’insegnamento di Paolo.

Che ci guarda ora da lassù con la sua chitarra sempre a tracolla e si fa una delle sue belle, potenti risate.

Una città in comune

(nella foto: Paolo Pietrangeli e Giovanna Marini cantano su un camioncino durante un corteo, Roma, Piazza San Giovanni, 1 giugno 1979)

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