Operaio ucciso a Santa Croce sull’Arno: una strage quotidiana di cui devono rispondere aziende e Governi

Ancora un morto sul lavoro, anche nel nostro territorio. Mercoledì 9 agosto Alberto Fontanelli, operaio di 44 anni, a Santa Croce sull’Arno, è morto dopo una caduta di alcuni metri all’interno di una vasca depuratrice dell’impianto di Aquarno SPA, consorzio per la depurazione degli scarti prodotti dall’industria conciaria. Insieme a lui Manuele Tulliani, un altro operaio è rimasto gravemente ferito ma fortunatamente non in pericolo di morte dopo essere stato trasferito all’ospedale di Careggi.

Siamo ormai di fronte ad una vera e propria strage. Sono oltre 700 i lavoratori uccisi sui luoghi di lavoro dall’inizio del 2023. E i responsabili sono sia le aziende – che non investono sulla sicurezza ma anzi tagliano questi “costi” mettendo a rischio lavoratori e lavoratrici in nome del profitto – che i Governi che si sono succeduti che hanno ridotto le risorse sui controlli. Non ultimo il Governo Meloni che ha addirittura tagliato i fondi per il risarcimento alle famiglie delle vittime sui luoghi di lavoro.

Esprimiamo le nostre condoglianze e tutta la nostra vicinanza alle famiglie e ai colleghi di Alberto e Manuele e chiediamo che siano velocemente accertate tutte le eventuali responsabilità per questa ennesima morte su un luogo di lavoro.

Solo se si ripristineranno rapporti di lavoro, in cui il reale datore ha il dovere di adempiere a tutti gli obblighi in materia di sicurezza senza alcuna deroga e senza la possibilità di scaricare su ogni singolo lavoratore i costi per non mettere in pericolo la propria vita, si porranno le condizioni per cui simili tragedie non possano più avvenire. Diversamente, con questo quadro normativo e la spregiudicatezza dei padroni, sarà difficile arrestare gli infortuni e le morti sui posti di lavoro.

Una città in comune

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