Visto che
– A seguito dell’afflusso di nuovi profughi sbarcati sulle coste meridionali, il Ministero dell’Interno ha emanato la circolare prot. 0002204 del 19 Marzo 2014, con la quale si è disposta la distribuzione di 2.300 richiedenti asilo sul territorio nazionale, a cura delle Prefetture;
– In precedenza, con decreto del Ministero dell’Interno del 30 Luglio 2013, e con successivo provvedimento emanato il 17 Settembre 2013 dal capo Dipartimento per le Libertà civili e l’Immigrazione presso lo stesso Viminale, era stato previsto un ampliamento significativo della capacità ricettiva dello SPRAR – cioè dell’ordinario sistema di accoglienza per i richiedenti asilo e i rifugiati, gestito dagli enti locali – dagli originari 3.000 agli attuali 16.000 posti;
– Nella citata circolare del 19 Marzo, il Viminale ordinava tuttavia di non utilizzare, per l’accoglienza dei nuovi arrivati, i posti disponibili nel sistema SPRAR, specificando che «questo Ministero non ha ancora ottenuto il necessario fabbisogno finanziario per dar corso al bando [SPRAR] già concluso»;
– Con circolare Ns.Rif.DDCrf/n.595/14 del 25 marzo 2014, la responsabile del Servizio Centrale SPRAR presso il Viminale, dott.ssa Daniela Di Capua, chiariva che «i posti SPRAR (…) non possono in alcun modo essere utilizzati» per l’accoglienza dei profughi giunti in Italia con i più recenti sbarchi; in tal modo, esautorando del tutto il sistema SPRAR – collaudato da anni, gestito dagli enti locali e finalizzato alla piena integrazione dei rifugiati sul territorio locale;
– il Ministero istituiva così un sistema parallelo e alternativo, gestito dalle Prefetture con modalità emergenziali (ripercorrendo di fatto la disastrosa esperienza dell’Emergenza Nord Africa);
Constatato e considerato che
– In attuazione delle predette circolari, sono giunti sul territorio pisano 40 profughi, che sono stati temporaneamente sistemati presso la struttura chiamata “Piaggerta”, nel Parco di San Rossore;
– La suddetta struttura si trova in un luogo molto lontano dalla città, dove non arriva il trasporto pubblico. Ciò rischia di configurare una situazione di vero e proprio isolamento, laddove gli standard di accoglienza previsti per i rifugiati (di cui al Manuale Operativo SPRAR) prevedono invece «percorsi di inserimento sociale, abitativo e lavorativo», e raccomandano ai servizi di accoglienza di «favorire i beneficiari nella (ri)acquisizione della propria autonomia», intesa come «capacità di interazione con il territorio» [citato da Servizio Centrale SPRAR, Manuale operativo per l’attivazione e la gestione di servizi di accoglienza e integrazione per richiedenti e titolari di protezione internazionale, Roma 2013, pag. 27, http://www.serviziocentrale.it/file/pdf/manuale.pdf].
Considerato che
– A livello nazionale, il Ministero dell’Interno ha ancora una volta messo in campo un modello di accoglienza “emergenziale”. Eppure, gli sbarchi sono un fenomeno relativamente contenuto, dato che – stando ai dati UNHCR – ogni anno tra i richiedenti asilo che giungono nello spazio UE circa un quarto arriva in Germania, un quinto in Francia e solo il 4% in Italia. Poiché il Governo aveva rafforzato il sistema SPRAR, la scelta di predisporre un sistema emergenziale alternativo non sembra dettata da circostanze obiettive e di forza maggiore, ma da precisi intenti politici, non condivisi e non condivisibili da questo Consiglio Comunale;
– A livello locale, è stato scelto un luogo per la prima accoglienza isolato che non può rappresentare una sistemazione adeguata;
Per questi motivi, il Consiglio Comunale impegna il Sindaco e la Giunta:
– A stigmatizzare pubblicamente la gestione emergenziale del fenomeno predisposta dal Ministero dell’Interno, e a chiedere allo stesso Ministero l’immediato ritiro della circolare prot. 0002204 del 19 Marzo 2014, nonché l’inserimento dei nuovi profughi all’interno del sistema SPRAR;
– A sostenere pubblicamente le richieste provenienti dall’Associazione Studi Giuridici sull’Immigrazione, affinché siano immediatamente sbloccati i fondi per il finanziamento dei programmi SPRAR, e affinché si provveda celermente alla riforma del sistema nazionale di accoglienza, nella direzione indicata dalla stessa ASGI e dall’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (chiusura dei CARA, istituzione di un nuovo sistema nazionale di accoglienza) [si veda il comunicato ASGI in http://www.asgi.it/home_asgi.php?n=3174&l=it].
– Ad individuare celermente d’intesa con gli altri enti ed istituzioni coinvolti delle sistemazioni alternative e dignitose dei profughi attualmente sistemati presso la struttura di Piaggerta;
– A predisporre, in attesa di una nuova sistemazione, idonei servizi di accoglienza presso la struttura di Piaggerta, e in particolare: l’accesso degli esterni alla struttura, nel pieno rispetto della riservatezza degli ospiti; la possibilità di uscire dalla struttura e di arrivare in città, anche mediante la messa a disposizione di idonei mezzi di trasporto; la possibilità di comunicazione telefonica, in particolare con i parenti e i familiari all’estero