Paesaggio, l’ultimo treno di Rossi

CORRIERE FIORENTINO Pagina: 2

Paesaggio, l’ultimo treno di Rossi

Tre giorni di trattative al ministero non sono bastati, oggi nuovo round I governatore andrà blindato in Consiglio. Dal nìíi-ústero: no deroghe

Il governatore Enrico Rossi, di fronte ai tecnici del ministero dei Beni culturali, rilegge ad alta voce i passaggi più controversi del piano paesaggistico della Toscana. Non delega il compito a uno dei tecnici arrivati con lui da Firenze, neppure all’assessore all’Urbanistica Anna Marson: vuole controllare in prima persona quella che è la settima stesura di un lavoro iniziato quattro anni fa. Per tre giorni, fino a ieri sera, Rossi si è stato a Roma al ministero dei Beni culturali per cercare un accordo su quelle parti del piano che devono essere co-pianificate tra Stato e Regione. Ma nonostante i suoi sforzi, il confronto andrà avanti anche oggi, perché i tecnici del Mibac ritengono che ancora ci sia del lavoro da fare.
Il piano dei paesaggio è stato adottato dal Consiglio regionale a luglio. A dicembre la giunta ha approvato le modifiche in seguito alle osservazioni accolte. Lunedì il testo definitivo emendato in commissione regionale e il via all’esame del testo a Roma con lo slittamento dei voto finale in Consiglio regionale.
La mattina il governatore, su Facebook, sembrava fiducioso: «Nessuna cancellazione del lavoro fatto nella commissione (del Consiglio regionale, ndr), ma una revisione degli elaborati, una risistemazione (…). Insomma nessuna smentita per nessuno ma un lavoro serio e collaborativo». Ma la lentezza delle trattative fa pensare che di ostacoli ce ne siano ancora. Tanto più che nel fine settimana il ministero verificherà di nuovo il testo e darà il definitivo responso non prima di lunedì.
Pensare che la prima stesura del «piano Marson», quella adottata lo scorso luglio dalla giunta, aveva ricevuto l’avallo da Roma. Ora, dopo tantissimi compromessi, emendamenti, lodi, tutto è di nuovo in discussione. E il governatore sa che non può permettersi il no di Roma, perché se il piano venisse approvato senza l’avallo del ministero, potrebbe essere impugnato.
Tanto più che pesano le parole spese ieri dal sottosegretario ai Beni culturali, Ilaria Borletti Buitoni: «Il paesaggio italiano corre rischi gravissimi ha detto – È fondamentale che non ci siano deroghe alla tutela paesaggistica o si rischia di piegare gli interventi a interessi locali. Non ci possiamo permettere di essere il Paese con il più alto tasso di abusivismo e consumo del territorio d’Europa». Parole che suonano come una bocciatura politica degli emendamenti presentati in Regionale da Pd e Forza Italia, su spiagge e cave di marmo.
Il piano andrà in Consiglio regionale martedì, lo ha deciso ieri la conferenza dei capigruppo. Per non essere costretto a dover ripartire da capo, il Pd ha deciso di presentare in aula il testo per come è stato emendato in commissione la scorsa settimana. Si va, quindi, verso un maxiemendamento in cui saranno raccolte le indicazioni che il governatore Rossi ha dettato lunedì scorso nel vertice di maggioranza assieme a quelle del ministero. Ora a Firenze, la partita, tutta politica, è chi firmerà il maxi emendamento: il governatore spera che i consiglieri del Pd lo facciamo proprio e decidano di seppellire le asce di guerra, così da legittimare il testo concordato con Roma. Evitando possibili imboscate.

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