Perchè la nomina del garante dei diritti dei detenuti da parte del Sindaco di Pisa continua ad essere rinviata? Era giugno 2013 quando i consiglieri Marco Ricci e Francesco Auletta della lista civica Una città in Comune chiedevano che il sindaco di Pisa, Marco Filippeschi eseguisse, come da sua prerogativa, la nomina del nuovo garante dei detenuti che avrebbe dovuto sostituire quello in scadenza di mandato, l’avvocato Andrea Callaioli. Dopo due lettere di sollecito, inviate dai suddetti consiglieri alla massima autorità cittadina a cui non era seguita nessuna risposta, nel mese di settembre, a fronte di questo reiterato e ingiustificato silenzio della nuova amministrazione cittadina, i consiglieri depositavano una mozione in cui si impegnava il sindaco a procedere a tale nomina, alla quale veniva risposto nel primo Consiglio Comunale del 2014, il 9 gennaio scorso, che entro 30 giorni questa nomina sarebbe stata effettuata. Ma, nel frattempo, di giorni ne sono passati quasi il doppio e sia il sindaco Filippeschi che la Giunta comunale che presiede continuano a non fornire alcuna giustificazione a questo ritardo. Perchè il sindaco continua a tacere su questo punto e a non effettuare la nomina che per legge deve effettuare in tempi certi? Eppure la situazione di sovraffollamento, nonché i vari problemi in cui si dibattono sia i detenuti che il personale che gestisce il carcere Don Bosco di Pisa sono noti da tempo.
Una figura come quella del garante che svolga un’attività di sensibilizzazione pubblica sul tema dei diritti umani e sulla finalità rieducativa della pena, avvicinando la comunità locale al carcere, con il sostegno fondamentale della rete del volontariato e della cittadinanza attiva è fondamentale.
“Quello di Pisa è un carcere complesso e difficile, è necessaria una presenza quotidiana che vigili sulle condizioni nella quale vivono i detenuti”, affermava solo il 7 febbraio scorso Franco Corleone, Garante dei diritti dei detenuti della Regione, chiamando in causa l’amministrazione pisana. Dando poi un responso poco lusinghiero sulla struttura detentiva: “È necessario un lavoro enorme dal punto di vista strutturale, c’è un padiglione del centro clinico che è fermo da due anni”. I numeri forniti dall’amministrazione carceraria confermavano del resto questo giudizio: il Don Bosco ospita 304 detenuti (di cui 33 donne) con una capienza stimata sulla carta di non oltre 250 ma, come riportava lo stesso Corleone, per una corretta gestione la soglia da non superare sarebbe 200.
Quindi che cosa aspetta il sindaco a nominare il garante dei detenuti?