In questi giorni abbiamo depositato 12 contributi per l’aggiornamento del Piano Triennale di prevenzione della corruzione del Comune di Pisa.
Ancora una volta però evidenziamo pesantissimi limiti per quanto riguarda il tema della partecipazione della cittadinanza su un tema così cruciale soprattutto in una fase di emergenza come è quella in cui stiamo vivendo in cui questi fenomeni, come dimostrano i recenti rapporti della autorità competenti, diventano sempre più pervasivi nei nostri territori. Un rilievo che poniamo da anni e che viene volutamente e colpevolmente ignorato da parte della amministrazione comunale.
E’, infatti, mancata ancora una volta una adeguata pubblicizzazione da parte del Comune alla fase di aggiornamento del piano, cosa accaduta anche nel passato. Basti pensare che negli ultimi 3 anni gli unici contributi arrivati al Responsabile della prevenzione della corruzione sono quelli del nostro gruppo consiliare: una spia preoccupante che avrebbe dovuto spingere l’amministrazione a fare uno sforzo nel coinvolgimento e nella discussione, cosa che non è accaduta. Si è proceduto, invece, con i 30 giorni previsti dalla legge per presentare eventuali osservazioni, con sempre in mezzo le vacanze di Natale e capodanno, come se la partecipazione fosse un fatto burocratico di cui disfarsi il più rapidamente possibile, ignorando tutte le nostre richieste di coinvolgimento della cittadinanza e adeguata informazione.
Al contempo evidenziamo il fatto che le osservazioni dovrebbero riguardare il nuovo Piano e non quello in essere, cosa che sicuramente risulta essere di scarso senso anche in termini di motivazione alla partecipazione su uno strumento fondamentale per ogni ente locale, tanto più alla luce di quanto accaduto recentemente in Comune a Pisa, a partire dall’inchiesta in corso per fatti corruttivi, che ha coinvolto alcuni dipendenti di importanti uffici comunali come quello della Edilizia Privata e della Polizia Municipale. Serve, quindi, una analisi approfondita, proprio a partire dai settori coinvolti in questa inchiesta, per capire cosa non ha funzionato e cosa ha reso possibili situazioni come quelle rilevate dagli inquirenti, fino al presunto scambio di mazzette negli uffici comunali. Ed è questo uno dei nodi fondamentali che dovrebbe essere al centro della discussione del nuovo Piano Anticorruzione e di cui invece non si trova traccia.
L’approvazione del piano anticorruzione non può stare dentro una logica esclusivamente formale e burocratica, che è del tutto insufficiente, visto che le misure in esso previste si sono rilevate inadeguate a prevenire fenomeni di mala amministrazione. Ma anche di questo nessuno parla.
La cosa più grave riguarda il capitolo del PNRR e le ingenti risorse arrivati al Comune che dovranno essere spese in tempi rapidissimi, con procedure accelerate e ricorrendo, soprattutto per le progettazioni, a professioni esterni. Tra le misure anticorruzione erano previsti vari report, relazioni, verifiche, audit del RPCT, censimenti su aspetti importanti, quali la rotazione delle imprese e i subappalti. Dal monitoraggio semestrale delle misure anticorruzione, se pubblicato, sarebbe stato possibile conoscere l’efficacia o meno delle misure attuate, e se, come previsto dal PIAO 2023-2025 “le misure adottate perseguano i risultati attesi;le procedure adottate siano efficienti; le informazioni disponibili siano sufficienti per l’analisi del rischio; la conoscenza accumulata abbia supportato la presa di decisioni; il processo di apprendimento possa essere reiterato nei cicli successivi di valutazione del rischio”.
A fronte di queste pesanti carenze abbiamo presentato un contributo per gli appalti PNRR (che potrebbe avere valenza anche per tutti gli appalti), che consiste nella pubblicazione di report, relazioni, verifiche, audit RPCT, e censimenti previsti quali misure anticorruzione e le eventuali azioni correttive adottate.
Ma non solo. Analizzando la sezione Amministrazione Trasparente del Comune di Pisa si riscontrano diversi inadempimenti degli obblighi di trasparenza, soprattutto relativamente ai contratti pubblici, essendo stata omessa la pubblicazione di tutti i provvedimenti della fase di esecuzione. Inoltre la pagina “Attuazione misure PNRR”, che dovrebbe contenere tutta la documentazione relativa alla gestione delle risorse del PNRR di competenza del Comune di Pisa, è una pagina priva di contenuti : https://www.comune.pisa.it/it/ufficio/attuazione-misure-pnrr
Per questo abbiamo presentato un ulteriore contributo con il quale si propone, pertanto, la pubblicazione di una specifica tabella bimestrale di riscontro di tutti gli obblighi di trasparenza, con specifico rinvio, per ciascun obbligo, al link dove tale obbligo risulta assolto.
Evidenziamo, al contempo, come non sono delineate concrete ipotesi di collaborazione con l’Osservatorio per lo studio e la promozione di attività finalizzate al contrasto di fenomeni di illegalità, con particolare riferimento a infiltrazioni criminali nel territorio ed eventi corruttivi.
Nelle misure 2023-2025 non è, infatti, delineato alcun organico coinvolgimento e supporto nelle attività di prevenzione dell’Osservatorio, neanche nei processi di cui alle risorse PNRR assegnate al Comune di Pisa (quest’ultimo oggetto di uno dei nostri contributi presentati nel 2022).
Abbiamo anche fatto una osservazione in merito alle composizioni delle commissioni di concorso dove si nota una “ridondanza” di alcuni nominativi di commissari. La procedura di individuazione dei commissari deve garantire i principi della competenza, della trasparenza e della indipendenza. Per fare ciò abbiamo proposto di inserire una misura anticorruzione nell’Area di rischio “Personale”, che vieti l’attribuzione di più incarichi ad uno stesso soggetto nell’arco di un certo periodo temporale, oppure di creare un albo per ciascuna professionalità da scorrere nel tempo.
Altro punto che abbiamo evidenziato nei nostri contributi riguarda il personale. Con riferimento all’organizzazione del Comune si fa, infatti, riferimento nel PIAO 2023 a continue e ingiustificate modifiche della macrostruttura, che nel solo 2022 ha subito 4 variazioni. La rotazione dei dirigenti in pratica è solo il conferimento di funzioni diverse e/o aggiuntive rispetto ai precedenti incarichi, dettata al più da “gradimento” o meno del singolo dirigente. E ancora si riscontrano diversi incarichi ad interim, più volti segnalati dal nostro gruppo consiliare. A questo proposito ricordiamo che nella metodologia di valutazione del rischio una delle variabili da considerare quale indicatore di probabilità è proprio la capacità dell’ente di far fronte alle carenze organizzative e l’utilizzo frequente dell’interim per lunghi periodi di tempo è di livello “alto”.
Riteniamo quindi necessario che il Responsabile Anticorruzione debba pertanto dare opportuna segnalazione nel nuovo Piano della variabile di utilizzo degli incarichi ad interim in essere con livello “alto”, stigmatizzando questo comportamento e dando una valutazione della rotazione coerente con la situazione di fatto, cosa che ad oggi non è.
Riteniamo anche che occorra investire molto di più sulla formazione del personale e per questo abbiamo presentato un contributo affinché venga inserita e programmata un’adeguata attività di formazione specifica in materia di etica ed integrità, concretizzando la misura anticorruzione con un ordine di priorità che tenga conto delle Aree e dei livelli di rischio.
Infine abbiamo presentato altri 3 contributi in merito alle forti criticità che sono emerse in merito ad alcune società partecipate come nel caso ad esempio di Pisamo, Navicelli, Sds sul rispetto della normativa sulla trasparenza, come confermato dalla stessa Autorità Anticorruzione Anac in questi anni a seguito di nostre segnalazioni specifiche. Abbiamo anche chiesto di inserire nell’area di rischio “Aziende” idonee misure per il triennio 2023-2025 per la verifica del rispetto della normativa sui contratti pubblici e sulle assunzioni di personale.