Ieri è terminato il periodo per presentare contributi volontari al garante della partecipazione della Regione Toscana per il nuovo Piano Integrato del Parco Regionale di Migliarino-San Rossore-Massacciuccoli. Lo scorso anno infatti, la Regione Toscana ha avviato le procedure per la revisione del Piano del Parco, è stata resa pubblica una documentazione preliminare e sui suoi contenuti è stata avviata una consultazione pubblica telematica che è scaduto il 30 giugno.
Inizialmente erano stati programmati degli incontri pubblici, per presentare, discutere e condividere le scelte contenute nel piano con la comunità territoriale ma poi, a causa dell’emergenza Covid, sono state rinviate.
Nonostante ciò, in questo periodo le associazioni ambientaliste e non solo, hanno reso pubbliche le loro perplessità, i loro timori e le loro proposte.
I timori riguardano soprattuto il rischio che la ridefinizione del piano porti a una riduzione dei confini del Parco giocando su alcune ambiguità contenute nella legislazione istitutiva della riserva (Aree esterne/aree contigue). Ciò renderebbe più facili o permetterebbe addirittura in modo indiscriminato molte attività ad alto impatto ambientale che finora sono state contenute o impedite come caccia, apertura di strade, edificazioni.
Inoltre si contesta che i documenti programmatici abbondano di dichiarazioni di principio condivisibili che però non sempre hanno riscontro nel modo in cui l’Ente Parco ha operato in questi anni, soprattutto in settori strategici come la gestione forestale e quella delle acque. Secondo Una città in comune le preoccupazioni delle associazioni ambientaliste, per quanto smentite dallo stesso Ente, non sono da sottovalutare e le loro proposte vanno al contrario tenute attentamente in considerazione.
Il nuovo Piano del Parco non deve infatti in alcun modo indebolire le misure di tutela e depotenziare l’azione dell’Ente Parco nella salvaguardia dei preziosi ambienti della riserva naturale, ma al contrario deve diventare un’occasione per fare in modo che questa grande risorsa collettiva, indispensabile per la ricerca scientifica, per forme di svago sostenibili e formative, per produzioni di pregio a basso impatto ambientale e per il consolidamento di risorse naturali preziose come le foreste naturali, giochi un ruolo sempre più strategico nella vita culturale, economica e sociale del territorio e dell’intera Regione.
Chiediamo quindi con forza che con la data di ieri non si chiuda il percorso di partecipazione attorno alla definizione del nuovo strumento di pianificazione ma anzi, sia rilanciato un dibattito pubblico (anche in presenza, nei tempi e nelle forme consentite) in cui si possano chiarire bene le questioni in gioco e in cui ciascuno possa presentare le proprie istanze per discuterle collettivamente.
Il Parco è un bene troppo prezioso per liquidare la redazione del suo Piano fondamentale con qualche contributo volontario per via telematica, siamo infatti convinti che solo tramite una profonda condivisione delle scelte strategiche il Parco possa diventare sempre più un riferimento centrale per immaginare un futuro sostenibile per tutto il territorio.
Una città in comune