Piazze rosse e blu contro il Jobs act

CORRIERE FIORENTINO Pagina: 5

Piazze rosse e blu contro il Jobs act
In cinquantamila ai tre cortei di Firenze, Pìsa e Siena. Qui nessun incidente che la sinistra Pd alla sfilata anti-governo. Gramolati (C ` ): no a caricature

Bandiere, striscioni, palloncini rossi o con la faccia di Matteo Renzi e il naso lungo da Pinocchio: decine di migliaia di toscani sono scesi in piazza, ieri, per lo sciopero generale di Cgil e Uil contro le politiche del governo. Trentamila, per gli organizzatori, le presenze nel corteo che a Firenze ha sfilato da piazza Poggi a piazza Santissima Annunziata.
«Se Renzi non cambia verso, glielo faremo cambiare noi», ha tuonato dal palco Serena Sorrentino, 36enne segretaria nazionale della Cgil considerata fra le papabili per il dopo-Camusso. «Il premier chiede sacrifici a lavoratori, precari e pensionati e addirittura premia chi licenzia, è una vergogna», ha lamentato Francesca Cantini, segretaria generale della Uil Toscana. Fra i politici in piazza, parlamentari di Sel come Marisa Nicchi e Alessia Petraglia, ma anche una rappresentanza nutrita di SinistraDem, l’area del Partito democratico che fa riferimento a Gianni Cuperlo. «Chi la pensa come me è qui, non ho votato il Jobs act», ha affermato la deputata Tea Albini, in corteo col collega Filippo Fossati e alcuni consiglieri regionali e comunali. Un altro esponente della minoranza Pd, il deputato Paolo Fontanelli, era in piazza a Pisa con oltre diecimila manifestanti, compresi i lavoratori della Lucchini venuti in pullman da Piombino: un centinaio di auto che portavano manifestanti da Lunigiana e Versilia ha causato rallentamenti sulla A12. Circa 3.500 i manifestanti al corteo sfilato in maniera pacifica e rumorosa per le vie del centro storico di Siena: dopo gli interventi dei lavoratori, sul palco per il discorso finale è salito il segretario generale della Cgil Toscana Alessio Gramolati, che si è scagliato contro il governo invocando l’unità dei lavoratori come arma per uscire dalla crisi. «Non facciamo una caricatura di chi lotta – ha invocato – non siamo né estremisti né populisti. Vogliamo giustizia e rispetto».

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