Il Comune di Pisa escluda dai bandi chi viola i diritti umani
Da Pisa partono ogni anno decine di ragazze e ragazzi che si recano in zone di conflitto come operatori di pace. Sono studenti di Scienze per la Pace all’Università di Pisa, o volontari delle molte associazioni che dalla nostra città costruiscono ponti di solidarietà con altri mondi. Oggi con loro vogliamo ricordare che esattamente due anni fa, il 15 aprile 2011, Vittorio Arrigoni veniva ucciso a Gaza, mentre svolgeva un coraggioso lavoro di testimonianza e vicinanza ai civili palestinesi con l’International Solidarity Movement.
Le autorità della striscia di Gaza putroppo non hanno saputo o voluto fare luce sul suo assassinio, ma rimangono nella storia le sue lucide parole di denuncia dei crimini israeliani sulla popolazione palestinese. Rimane il sostegno che Vittorio diede ai giovani di Gaza, che manifestavano sia contro i bombardamenti israeliani, sia contro le politiche repressive di Hamas. Rimane anche la forza del suo pacifismo, quell’attitudine che lo induceva a non fomentare vendetta e anzi invitare tutti a “restare umani” di fronte alla violenza altrui, combattendo l’ingiustizia con la forza della ragione e della verità.
La lista “una città in comune” è convinta che le città abbiano un ruolo fondamentale da giocare per unire i popoli e costruire la pace, come sosteneva Giorgio La Pira da sindaco di Firenze negli anni ’50. Per questo lanciamo oggi, in memoria di Vittorio Arrigoni, un percorso di impegno affinchè il Comune di Pisa non stringa accordi con istituzioni o imprese responsabili di violazioni dei diritti umani o del diritto internazionale, sul nostro territorio come nel resto del mondo.
Ci impegniamo a lavorare affinchè le procedure di aggiudicazione degli appalti pubblici del Comune di Pisa escludano i soggetti che violano i diritti umani. Lo chiede ad esempio la campagna internazionale Stop that Train, contro la costruzione della ferrovia israeliana ad alta velocità che attraversa i Territori palestinesi occupati. La linea ferroviaria A1, ad uso esclusivo della popolazione israeliana, percorre 6,5 chilometri attraverso la Cisgiordania occupata, in violazione del Diritto Internazionale Umanitario e dei Trattati internazionali sui Diritti Umani, tra cui la IV Convenzione di Ginevra, che vieta lo sfruttamento delle terre da parte della potenza occupante e definisce come crimini di guerra la “distruzione ed appropriazione di beni, non giustificate da necessità militari”.
Le donne di una coalizione israeliana per la pace hanno segnalato che proprio un’azienda italiana, la Pizzarotti & C. S.p.A. di Parma, vincitrice di appalti per la realizzazione di infrastrutture in molte città d’Italia, è direttamente coinvolta nel progetto per la linea ferroviaria A1 in Israele. Decine di associazioni e sindacati, tra cui la CGIL, hanno aderito alla campagna di pressione su Pizzarotti affinchè rescinda il contratto ma questo non è avvenuto. E’ necessario approvare quanto prima una delibera che escluda la partecipazione di imprese come questa a bandi e gare d’appalto del Comune di Pisa.
E’ un piccolo passo ma sarebbe un esempio concreto di una politica di pace, perchè un’altra città è possibile, anche a Pisa.
Restiamo umani.
una città in comune