“Io non mi merito, sindaco Conti, che la sua amministrazione, come quelle che l’hanno preceduta, trattino la comunità studentesca come un mero indotto economico: teppisti, artefici di malamovida, persone contrarie al decoro in tempo di stabilità e campagna elettorale e salvadanai in tempi di crisi di pandemia”.
Sono queste alcune delle parole pronunciate ieri dal Presidente del Consiglio degli Studenti in occasione dell’inaugurazione dell’anno accademico di fronte alle autorità accademiche, al sindaco e al Ministro. Io le condivido in pieno e in tutti questi anni abbiamo proposto e praticato un’altra idea di città che partisse dalla valorizzazione e dal riconoscimento di una piena cittadinanza studentesca.
Una denuncia che gli studenti e le studentesse ripetono rimanendo inascoltati da chi ha governato in tutti questi anni, centrosinistra e centrodestra a livello locale, regionale e nazionale. Negli ultimi decenni tutti i governi che si sono succeduti hanno picconato l’Università pubblica, aumentando le tasse, riducendo i servizi e gli spazi di confronto, disinvestendo sul diritto allo studio, cancellando spazi di discussione sulla didattica e il ruolo dei saperi. Un’Università per il mercato e la precarietà.
Prima la giunta Filippeschi e ora la giunta Conti hanno negato la cittadinanza agli studenti e alle studentesse e nessun intervento è stato attuato per contrastare gli affitti al nero e per calmierare i prezzi sul mercato privato. Lo scandalo di Santa Croce in Fossabanda e della ex casa dello studente Paradisa, che in tutti questi anni si sarebbero potuti recuperare per garantire il diritto allo studio nella nostra città, ripetutamente negato e calpestato, dimostra chiaramente che non c’è stata la volontà politica. Per non parlare delle ordinanze demenziali prima di Filippeschi e ora di Conti sull’uso degli spazi pubblici, senza che sia stata fatta alcuna politica per mettere a disposizione luoghi per l’aggregazione, l’autoproduzione e la socialità, anzi procedendo a sgomberi e denunce contro i percorsi di liberazione e rigenerazione di luoghi abbandonati.
Sono membro della Conferenza Università e Territorio e prima il centrosinistra e oggi il centrodestra hanno impedito il funzionamento di questo organismo, negando uno spazio istituzionale di relazione e confronto con gli studenti e le studentesse.
La pandemia ha ulteriormente aggravato queste situazioni e le richieste, le proposte, i bisogni della comunità studentesca non hanno mai trovato ascolto.
È necessario, quindi superare un approccio puramente parassitario e predatorio. Gli studenti e le studentesse non sono solo inquilini o clienti, ma rappresentano una ricchezza per Pisa perché possiedono capacità sociali, relazionali, culturali: sono queste le opportunità che la città deve imparare a cogliere, apprezzare e potenziare offrendo possibilità di sviluppo a questa immensa risorsa di creatività ed energia. Spazi associativi, possibilità organizzative, messa a disposizione di risorse per realizzare progetti: solo così lo studente potrà instaurare un rapporto profondo e virtuoso con la città, che lo porterà a rimanere, a mettere radici per portare a frutto ciò che ha imparato, promuovendo lo sviluppo sociale ed economico del territorio.
Questo significa superare un rapporto con la comunità basato esclusivamente sulla formula “estrazione della ricchezza” + “repressione della movida”, formula che si è imposta sin dalle legislature di Filippeschi, è proseguita con Conti e che ha creato danni enormi alla città. La trasformazione del centro in un’area di erogazione alcolici e l’impoverimento culturale complessivo di Pisa sono i frutti malati di questa politica.
È ora di costruire insieme un domani diverso.