Questa guerra non è un giocattolo

Quest’anno si raddoppia. A sole 4 settimane di distanza dal 27 Marzo, giorno in cui un gran numero di alunne e alunni delle scuole pisane sono stati condotti in visita alla base della 46a Brigata, il 27 Aprile avrà luogo la “Giornata della Solidarietà”. I bambini e le bambine, le ragazze e i ragazzi delle scuole di Pisa parteciperanno a una serie di iniziative sui temi della Costituzione, ma lo faranno trasportati dai pullman grigioverdi delle Forze Armate, concludendo poi i percorsi con un’esibizione spettacolare che – temiamo – rimarrà loro impressa ben più delle altre esperienze della mattinata: il lancio dei paracadutisti della Folgore sul Ponte di Mezzo.

Frecce Tricolori, visita ad aerei militari, armi in esposizione, paracadutisti acrobatici… Il tutto accompagnato dai concetti di solidarietà, del trasporto di aiuti umanitari, di operazioni militari per il mantenimento della pace. I ragazzi pisani non potranno fare a meno di pensare che la struttura delle Forze Armate sia sostanzialmente una grande e complessa organizzazione di protezione umanitaria, che oltretutto trova anche il tempo di istruirli e farli divertire.

Sappiamo tutti che questo purtroppo non corrisponde a realtà, ed è anche per questo che continuiamo a considerare diseducative e sbagliate queste iniziative, che a nostro parere non dovrebbero coinvolgere le scuole, tanto meno con l’appoggio e il patrocinio dell’Amministrazione Comunale. I giovani cittadini italiani, futuri elettori, dovrebbero sapere che guerre senza fine, missioni militari, interventi di potenze straniere colpiscono e uccidono sempre più bambini, uomini, donne in molti paesi; dovrebbero conoscere le cifre che lo Stato spende per i sistemi d’arma (5,8 miliardi nel 2018, con un aumento di spesa del 7% rispetto all’anno precedente), per le missioni militari all’estero (1,3 miliardi) e per la spesa militare nel complesso (25 miliardi nel 2018). Hanno il diritto di conoscere come questi soldi incidano sul debito pubblico, e come vengano costantemente sottratti alla spesa per la messa in sicurezza delle loro scuole, al finanziamento del sistema sanitario che provvede alla loro salute, agli investimenti pubblici che potrebbero preparare i loro posti di lavoro di domani. Dovrebbero conoscere la realtà economica del commercio di armi, che non guarda in faccia a “buoni” e “cattivi” e che continua a vendere sistemi d’arma terribili a stati che li stanno in questo momento utilizzando in guerra.

L’amministrazione che stiamo progettando per Pisa non sosterrà questo tipo di iniziative nelle scuole pisane: viceversa costruirà una rete di amministrazioni per la pace che si oppongano fermamente agli investimenti in progetti di arma offensiva ( prima di tutto il tristemente noto acquisto degli F35), e promuoverà nelle scuole progetti orientati alla diffusione della cultura della nonviolenza e alla gestione nonviolenta dei conflitti.

Bambine e bambini delle scuole pisane non dovrebbero essere indotti a credere che armi e aerei da guerra siano giocattoli: dovrebbero invece essere consapevoli che non lo sono affatto, e che migliaia di loro coetanei muoiono proprio a causa di quelle armi, per il fatto che gli adulti che parlano loro di “solidarietà” non sono capaci – o non vogliono farlo- di perseguire invece l’attuazione dell’articolo 11 della nostra Costituzione “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali .”

Una città in comune

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