Reddito di cittadinanza: è guerra contro i poveri dal Governo Meloni alla Giunta Conti

“In attesa eventuale presa in carico servizi sociali”: l’ormai celebre messaggio che ha sospeso il reddito di cittadinanza per 169.000 nuclei familiari ( 3100 a Pisa) si conclude con un esplicito scaricabarile.

Siamo al collasso completo, e questo Governo lo sa perfettamente. Sono al collasso i servizi sociali, su cui si è scaricata una responsabilità tutta politica, assediati e sommersi dalle richieste delle persone in difficoltà. Lo sono i Centri per l’Impiego, che dovrebbero garantire il diritto al lavoro per gli occupabili, le stesse persone che i navigator non sono riusciti a collocare.
Lo sono anche i Caaf, che sono subissati di richieste di chiarimento e sono parte in causa diretta, visto che attraverso loro verranno inoltrate le domande di accesso al “Supporto per la Formazione ed il lavoro”.
Lo è la Regione, che vede decurtato del 13 % il complesso delle risorse destinate alla lotta alla povertà.

Ma lo sono soprattutto le persone povere.
Lo vogliamo ribadire: l’Assegno di Inclusione non è una misura di contrasto alla povertà, ma un sostegno ad alcune categorie di persone fragili (coloro cioè che hanno minori invalidi o anziani in famiglia), per di più discriminatoria per le persone straniere, visto che i beneficiari devono avere la residenza in Italia da almeno 5 anni di cui almeno gli ultimi 2 continuativi. E vogliamo ricordare che gli altri sono ritenuti occupabili solo perché non hanno carichi di cura e non si tiene conto delle condizioni soggettive e delle proprie fragilità. Agli occupabili forse spetta lo Strumento di Attivazione: 350 euro erogate solo se si ha un Isee inferiore ai 6000 euro.

Per contro, noi dall’introduzione del Reddito di cittadinanza e dalla crisi della pandemia abbiamo sostenuto reti e campagne che denunciavano l’urgenza di misure di sistema per la giustizia sociale e per la lotta alle disuguaglianze: per questo, abbiamo sempre sostenuto che il reddito di cittadinanza deve acquisire la caratteristica di misura stabile e universale, con il solo discrimine del bisogno economico e finalizzata ad accompagnare le persone in difficoltà fino alla piena autonomia.

Questo chiede la campagna Ci Vuole un Reddito e questo chiede l’Appello promosso dalla Rete dei Numeri Pari: uno dei primi atti portati nel nuovo Consiglio comunale è stata la mozione a sostegno delle reti nazionali perché pensiamo che il primo compito di un Ente Locale in questafase sia quello di ribellarsi, fare pressione e lottare usando tutti gli strumenti a disposizione per pretendere misure serie di contrasto alla povertà.

Per nostro conto, vogliamo essere sempre più una spina nel fianco: per questo presenteremo una interpellanza per avere risposte chiare rispetto a quali misure concrete il Comune di Pisa pensa di mettere in campo, a partire dalla dotazione e dalla organizzazione dei servizi sociali.

Già con i beneficiari fragili del reddito di cittadinanza il sistema pisano aveva mostrato lacune soprattutto nella presa in carico delle persone più fragili, ai quali non aveva garantito per tutti l’attivazione delle equipe multidisciplinari.

D’altra parte, quali garanzie ci dà un Sindaco che ha sperperato risorse con i bonus, che non ha attivato nemmeno l’Osservatorio sulle Povertà e che ha gestito in modo discriminatorio i sostegni disponibili durante la crisi pandemica?

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