Anche da Pisa partecipiamo alla staffetta dell’Umanità che si svolge oggi in tutto il paese contro l’invio di armi in Ucraina, per unire l’Italia contro la guerra. Una manifestazione ancora più importante visto che non sembra esserci più freno alla deriva bellica dell’Unione Europea che prosegue l’escalation militare con un ulteriore stanziamento di 500 milioni di euro per la produzione di armi, a cui si aggiungerà 1 miliardo di euro sottratti al Fondo europeo per la pace per l’invio da parte dei paesi membri di munizioni in Ucraina e un altro miliardo per l’acquisto collettivo di altre munizioni.
Ma non è finita qui. La proposta della Commissione Europea che atterisce ancora di più è quella di svincolare le risorse dei Fondi di coesione sociale e del PNRR per quegli Stati membri che desiderano co-finanziare la loro industria della difesa attraverso finanziamenti che erano, invece, destinati, per affrontare la crisi economica e sociale determinata dalla pandemia che ha aggravato ulteriormente le diseguaglianze preesistenti.
Si tratta dell’ennesimo regalo all’industria di guerra che non farà altro che aumentare le tensioni e prolungare ulteriormente il conflitto, laddove non esiste alcuna azione ed iniziativa politica e diplomatica per il cessate il fuoco e la risoluzione del conflitto.
Purtroppo quanto si discute oggi in Europa trova proprio nel nostro paese e nel nostro territorio un primo laboratorio di sperimentazione. Il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri Mario Draghi, da noi scoperto un anno fa e volutamente tenuto nascosto da tutte le forze politiche di centrodestra e centrosinistra, prevede lo stanziamento di 190 milioni di euro dal Fondo di sviluppo e coesione, tramite le procedure del Pnrr, per la nuova base militare a Coltano: una decisione come da noi denunciato totalmente illegittima.
Questo nuovo orientamento della Comunità Europea segna ancora di più quanto la battaglia contro la realizzazione di una nuova base militare nel territorio pisano sia un punto fondamentale nel quadro più generale della lotta per il disarmo, per la riduzione delle spese militari e di conseguenza per un investimento serio nell’elaborazione di una proposta di pace e di mediazione nonviolenta dei conflitti a livello internazionale.
Occorre che i Comuni siano i primi ad opporsi a questa proposta, rifiutino la logica di militarizzazione del territorio e di finanziamento all’industria bellica. Facciamo un appello a tutti i sindaci per intraprendere una iniziativa forte e clamorosa per tutelare le cittadine e i cittadini reclamando che le risorse del PNRR e del Fondo di coesione sociale siano usate e anzi aumentate per rispondere a coloro che sono colpiti dalla crisi economica e sociale. L’alternativa è tra sostenere una economia di pace o una economia di guerra, fra la partecipazione e la democrazia o l’imposizione dall’alto e il segreto militare.
Anche il prossimo voto amministrativo a Pisa riguarda proprio una scelta tra questa opzione: sia il centrodestra di Conti sia il centrosinistra di Martinelli sono per fare la base e non hanno mai speso una parola sulla questione del finanziamento, noi siamo l’unica alternativa possibile per rilanciare da Pisa una grande campagna dei Comuni contro la guerra e per la pace.
Se amministreremo la città proporremo un grande incontro municipalista a livello europeo su questi sulla pace, la cooperazione e la mediazione dei conflitti non violenta.
Una città in comune