Ritirare il progetto del Distretto 42: fermare la speculazione, tutelare un bene comune!

Alla zitta, omettendo in continuazione la discussione in consiglio comunale e nelle commissioni, non rendendo mai noto se e come stesse lavorando nonostante esplicite richieste di chiarimenti e documenti… E senza il minimo coinvolgimento e partecipazione, almeno degli abitanti del quartiere, la Giunta ha approvato il Piano di recupero dell’ex-Distretto in via Giordano Bruno.

  • Riaprire davvero la piazza e il parco? Una finta: viene privatizzata un’area strategica del centro, chiudendola tra le ore serali e il mattino. Arrivarci in bici? Non ci sono posti per parcheggiarle.

  • Housing sociale, per dare casa a chi non ha redditi abbasta alti? Un’altra finta: per abitare negli edifici ristrutturati e in quello nuovo si dovranno pagare prezzi di mercato. Senza parlare dell’impossibilità di accedere se si sono avuti problemi a pagare l’affitto, magari perché si è perso il lavoro, o se si è discriminati perché non residenti in Toscana da almeno 5 anni.

  • Spazi sociali per la comunità e servizi per il vicinato? Praticamente inesistenti.

  • 73 appartamenti, 110 posti auto, un edificio di nuova costruzione, ma non c’è lo spazio per tutto questo. Dov’è la sostenibilità ambientale e l’utilità sociale di questa operazione? Ve lo immaginate il traffico in via Giordano Bruno? Per non parlare dell’aggravio su tutti i servizi, come la rete fognaria o la raccolta dei rifiuti.

  • La ciliegina sulla torta? Chi costruisce ha pagato l’area ad un costo molto inferiore al suo valore, paga oneri di urbanizzazione ridotti, avrà l’esenzione sulle tasse comunali, ma se si scopre che non ci sarà un ritorno economico per il fondo privato di investimenti che l’ha acquisito per “valorizzarlo”, si può cambiare tutto e magicamente l’housing sociale diventerà residenziale per ricchi, che potranno chiudersi nella loro area privata.

E’ una speculazione bella e buona, che non tutela in alcun modo il bene comune e le funzioni pubbliche e sociali di questa area strategica per la città e per di più è fatta su quello che fino a pochi anni fa era un bene pubblico.

Per questo abbiamo presentano delle osservazioni al piano di recupero, per una reale e funzionale riqualificazione dell’area: lo stralcio dalla convenzione delle deroghe legate al piano finanziario dell’investitore, la drastica riduzione del numero di appartamenti, il miglioramento della qualità delle singole unità immobiliari, la revisione dei criteri di accesso, garanzie che evitino le speculazione a vantaggio di pochi e a scapito di residenti attuali e futuri, la realizzazione di una piazza aperta, attraversabile e integrata con il territorio, la difesa e valorizzazione del Parco Andrea Gallo.

Anche se rimaniamo convinti che l’unica strada da perseguire sia il ritiro di questo piano e la ripartenza attraverso un percorso realmente partecipato e condiviso.

Diritti in comune: Una città in comune – Rifondazione Comunista – Pisa Possibile

Scarica qui il volantino.

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