Il nuovo anno scolastico sta per iniziare e anche a Pisa ci troveremo ancora una volta davanti ad una emergenza per l’assenza di personale e di spazi. Tra scuola secondaria di primo e secondo grado, la media degli insegnanti con contratto a tempo determinato nell’area pisana sarà del 40%, con punte del 60% per quelli di sostegno. All’Ipsar “Matteotti” addirittura è a rischio la possibilità di soddisfare le richieste di molti studenti che si sono iscritti nei mesi estivi, a causa di un organico insufficiente.
Restano ancora al palo, dunque, le assunzioni necessarie, così come il rinnovo del contratto, scaduto da più di tre anni, e gli aumenti stipendiali. Questo discorso non vale solo per i docenti ma anche per il personale ATA, sotto organico, anch’esso in molti casi con occupazione non stabile, oberato da carichi aggiuntivi sia per la cura maggiore degli ambienti scolastici che la pandemia ha comportato, sia a causa di una maggior difficoltà di gestione amministrativa che i contratti degli insegnanti precari comportano.
Rimane poi il problema delle classi troppo numerose, ma il Ministro Bianchi ha dichiarato che non è opportuno ridurre la quantità di studenti per classe, perché questo li metterebbe a disagio. A ciò si aggiunge la cronica mancanza di spazi, che la pandemia ha aggravato. Nella nostra città, infatti nonostante i tanti annunci, i lavori per fronteggiare una carenza scandalosa di spazi sono in ritardo, non sono garantite tutte le aule necessarie ad inizio anno e comunque saranno sempre insufficienti. Inoltre le soluzioni individuate penalizzeranno ancora una volta alunne e alunni, perché in più di un caso i nuovi ambienti a loro destinati si troveranno in complessi diversi da quelli dell’istituto che frequentano (ad esempio, studentesse e studenti del Carducci dovranno andare nei locali del Fascetti), o saranno ricavati sacrificando aree importanti delle strutture, come biblioteche e servizi igienici. Mancano ancora una volta un progetto complessivo e una programmazione per affrontare il problema strutturalmente e garantire così il diritto allo studio nella nostra città, mentre, dopo l’esclusione del progetto per la riqualificazione del complesso Marchesi dai finanziamenti del PNRR, per la quale è stato avviato un improbabile ed improvvisato ricorso da parte della Provincia, non si prospetta alcuna strategia di lungo periodo. Tutto questo mentre immobili pubblici continuano ad essere lasciati nell’abbandono come nel caso dell’Asilo Coccapani.
Una città in comune