Scuole Calandrini: se ne va un altro pezzo di storia della città

Dopo le scuole Agazzi la Giunta Conti smobilita anche le scuole comunali Calandrini e l’importante patrimonio che negli anni si è lì costruito. Dal prossimo anno scolastico, infatti, passeranno allo Stato.

Tutto questo avviene come al solito nel completo silenzio. Si tenta di sottacere quanto sta accadendo, lavoratrici e genitori sono venuti a sapere del passaggio a cose fatte.

Anche questa volta si è operata una scelta così importante per la città senza nessun coinvolgimento e confronto con la cittadinanza. Anche questa volta si disperde un patrimonio di esperienza maturata, progetti avviati, un servizio prolungato per l’educazione dei bambini e delle bambine e per la conciliazione vita lavoro per le famiglie.

Dopo il caos causato dal bando per la refezione scolastica che ha messo e sta mettendo a rischio posti di lavoro, la scelta operata sulla Calandrini non ha altro effetto che aumentare gli esuberi e le persone quindi che potrebbero perdere il lavoro.

Abbiamo chiesto nelle scorse settimane una commissione urgente, ma l’assessora Munno rimane in silenzio, lasciando la nostra richiesta senza risposta.

Questa maggioranza, che cerca di cambiarsi le vesti, sta colpendo al cuore la città, non solo per gli effetti immediati che tali scelte portano ma soprattutto per quelli futuri. Quale prospettiva di città vede una Giunta che disinveste sull’educazione dei bambini e delle bambine?

La statalizzazione è solo un pezzo, ogni servizio sul piano educativo viene trattata da questa giunta come un onere economico che, visto che si deve sostenere, deve costare il meno possibile.

Il cambio di gestore dei nidi comunali ad un mese dalla chiusura, stenta ogni anno la partenza dei campi solari, il doposcuola mai attivato.

Abbiamo chiesto spesso le dimissioni della Munno per manifesta inadeguatezza, oggi invece chiediamo a Conti di sfiduciarla e di far sapere alla città se sono indirizzi da lui condivisi o pensa di continuare ad essere succube delle politiche di FDI: una scuola in meno per un marciapiede in più! E se proprio una famiglia vuol proprio investire sull’educazione dei figli ci sono le strutture private, tanto care a FDI, sempre ovviamente che se lo possa permettere.

La destrutturazione delle scuole comunali è l’atto più grave messo in atto da questa maggioranza e nella consapevolezza che queste non sono scelte reversibili, una scuola quando è dismessa tale rimane, non possiamo che esprimere tutta la nostra preoccupazione per il futuro che Conti pensa di disegnare.

Olivia Picchi – PD
Francesco Auletta – Diritti in Comune
Gabriele Amore – M5S

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