Sosteniamo le mobilitazioni del 18 dicembre contro il blitz del Governo che vuole imporre l’autonomia differenziata nonostante la grave emergenza

Una città in comune sostiene la mobilitazione nazionale che si terrà in varie città d’Italia sabato 18 dicembre per impedire che l’Autonomia Differenziata venga inserita nel collegato alla Legge di bilancio 2020.

Come abbiamo già denunciato (leggi l’articolo qui), mentre i decessi crescono esponenzialmente, la tracciabilità dei contagi è a forte rischio, molte strutture o reparti ospedalieri sono al collasso, nella nota di aggiornamento della legge di Bilancio, approvata dalle Camere il 14 ottobre, il Governo ha posto tra i disegni di legge collegati al Bilancio 2021 anche un DDL recante interventi per favorire l’autonomia differenziata: l’attribuzione alle regioni di 23 materie fondamentali tra cui sanità, istruzione, ambiente, infrastrutture, trasporti, beni culturali, sicurezza sul lavoro giustizia di pace. Una sorta di secessione delle regioni, su cui hanno già spinto moltissimo regioni guidate da centro-destra e centro-sinistra come Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna (cui se ne stanno aggiungendo molte altre).

Le Camere hanno così avallato una decisione gravissima del Governo che mira ad accelerare, pur essendo in tempo di pandemia, l’iter di un disegno di legge che pone le basi per la dissoluzione della Repubbica Italiana in 20 piccoli stati regionali, dotati di larga autonomia legislativa ed in concorrenza tra loro, minando alla radice l’uguaglianza dei diritti, che devono esser fruiti in modo uniforme sull’intero territorio della Repubblica, come la situazione di emergenza che stiamo vivendo sta dimostrando ampiamente.

Come lista di cittadinanza, insieme al “Comitato per il ritiro di qualunque Autonomia Differenziata” e alle altre liste della “Rete delle Città in Comune” abbiamo proposto un ordine del giorno da portare nei consigli comunali per fermare questo blitz che riteniamo inaccettabile nel metodo e nelle finalità.

Chiediamo alla cittadinanza democratica e alle forze sociali e civili di sostenere questa battaglia e di opporsi a questa ennesima forzatura che potrebbe avere effetti dirompenti.

Una città in comune

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