Nell’annunciare la chiusura del progetto Spaziobono e l’utilizzo di quello spazio come nuovo presidio della Polizia municipale, l’assessora Gambaccini ha spiegato che la ragione è il fatto che ” non lo conosce nessuno”, come se non fosse compito del Comune il pubblicizzare e fare conoscere i propri servizi.
L’ assessora si guarda bene dal fornire dati e numeri, come di sua consuetudine e a dimostrazione che non conosce neppure i propri progetti. Messi di fronte a queste esternazioni aprioristiche a cui siamo oramai abituati, abbiamo chiesto i numeri e il consuntivo delle attività svolte dal servizio in discussione. I dati forniti smentiscono clamorosamente l’assessora Gambaccini e danno l’idea di un progetto in costante sviluppo che in pochi anni di attività è stato in grado di divenire un catalizzatore di energie e di risorse di moltissimi ragazzi/e. Ci pare utile renderli pubblici, per smascherare l’operazione della Lega che chiude gli spazi di incontro per militarizzare la città.
Il progetto Spaziobono, nel pomeriggio, è destinato alla promozione della partecipazione e del protagonismo dei giovani attraverso l’organizzazione autonoma e creativa di eventi e iniziative. Le operatrici effettuano un intervento di ascolto, di informazione e di consulenza rispetto a tutti i temi sensibili per i giovani, compresa la corretta informazione sul consumo di sostanze e di alcol. I numeri ci dicono che nel 2018 hanno frequentato 1.245 ragazzi e ragazze, con 66 presenze continuative, mentre nel 2019 lo spazio è stato attraversato da 876 ragazzi e ragazze di cui 129 sono stati/e assidui/e. Sono state organizzate 13 iniziative culturali e tre percorsi laboratoriali di videomaking, fumetto e Go. Ancora, hanno fruito dello spazio ben 13 associazioni, quasi tutte attive nel contesto universitario.
Spaziobono, la sera, nel 2018 ha realizzato 16 eventi: inaugurazioni di mostre e un concerto a cui hanno partecipato 563 persone. Nel 2019 gli eventi sono stati 15 e i concerti 6; 668 le persone che hanno partecipato.
La notte, nei fine settimana e fino alle 4 del mattino è attiva la chill out, un luogo rilassante dove riposarsi e ricaricare le energie e dove sono a disposizione bevande analcoliche, alcol test, e strumenti diversificati di prevenzione ed informazione. I numeri sono impressionanti, soprattutto nel 2019: 3.601 sono i ragazzi e le ragazze che hanno partecipato, a fronte di 2.370 del 2018. Gli eventi organizzati sono di animazione notturna (live painting, torneo di Go in notturna, maratone video e fotografiche e Silent Disco, alle quali i ragazzi hanno partecipato ballando in piazza tutta la notte, senza recare alcun danno alla pubblica quiete).
I dati rendono di difficile comprensione la chiusura del progetto: questa amministrazione si ostina a pensare all’universo giovanile come ad un gruppo di criminali e pensa agli operatori sociali solo in funzione sussidiaria alle forze dell’ordine (cosi come ha dimostrato con gli operatori della cooperativa sociale Paim).
Invitiamo l’assessora a studiare un po’ di più ed a conoscere le esperienze virtuose europee. L’esperienza di Spaziobono non va chiusa ma moltiplicata!
In città servono altri spazi come questo, in altri quartieri, bisogna investire nella prevenzione, nella promozione della cittadinanza attiva, nella valorizzazione delle competenze e delle risorse dei ragazzi e delle ragazze e non chiudere un’esperienza che funziona per introdurre altri tipi di attività, fumose e inconsistenti.
Diritti in comune: Una città in comune – Rifondazione Comunista – Pisa Possibile