Terremoto in Comune, verifica subito

NAZIONE PISA Pagina: 1-3

Terremoto in Comune, verifica subito

C’È BARUFFA nell’aria ormai fattasi pesante nella casa del centrosinistra pisano. Sel, l’inquilino scomodo e «irriguardoso», si è fatto da parte, nonostante i tentativi ancora in corso di prolungare la convivenza. Ma la disdetta senza preavviso dell’ex assessore Danti ha provocato un terremoto in tutto l’edificio Pd al punto che i segretari comunale e provinciale Andrea Ferrante e Francesco Nocchi senza reticenze parlano di rischio «elezioni anticipate». «Chiederemo al nostro gruppo dirigente e ai consiglieri comunali la loro disponibilità a portare in fondo il mandato. Se non ci saranno le condizioni, dovremo tornare a votare», queste le parole dei numeri uno del Pd, Seri, dopo il triplo scossone che fa tremare un partito in cui ribollono troppi malesseri. Le dimissioni di Dario Danti da assessore, l’uscita di Sel dalla maggioranza, la volontà di Stefano Landucci di chiamarsi fuori, facendo così venir meno altri numeri decisivi allo schieramento appesantiscono l’aria anche in consiglio comunale, dove il Pd e i suoi alleati iniziano a contarsi e a testare la fedeltà dei consiglieri per evitare di infilarsi nel tunnel delle elezioni anticipate. «Siamo in un passaggio complicato – ha detto Ferrante con una maggioranza ridotta, o si è sicuri su lealtà e compattezza, oppure non ha senso andare avanti». Landucci è pronto a lasciare e potrebbe non essere il solo, perché con lui sarebbero pronti a sfilarsi anche Sandro Gallo e Lisa Cioncolini (nessuno dei due ancora si sbilancia), fra i più critici con l’a °nistrazione comunale. Veronica Fichi, invece, anche lei su posizioni non sempre allineate, fa sapere che non farà mancare il suo sostegno al programma di mandato del sindaco. Ieri sera, durante la segreteria provinciale, sono i ti i «test fedeltà» all’interna del Pd, giusto il tempo di capire se ci sono i numeri per andare avanti. Stando così le cose, sarà irrilevante il nome del nuovo assessore alla cultura, su cui Filippeschi non si esprimerà prima di domenica. E le elezioni anticipate potrebbero non essere una chimera, e in fin dei conti tornare comode anche al sindaco Filippeschi che, secondo indiscrezioni circolate con insistenza ieri a palazzo Gambacorti, potrebbe così ricandidarsi e, in caso di vittoria, prolungare di altri di altri cinque anni il suo mandato, stavolta sorretto da un Pd «ripulito» e da alleanze rese ancora più salde dall’assenza di Sel. Il voltafaccia dei vendoliani e di Danti meritano parole pesanti da parte di Nocchi e Ferrante: «Una rottura avvenuta in maniera poco franca e chiara e frutto di un calcolo lucido fatto su valutazioni esterne a Pisa – ha detto Nocchi -. Chiediamo ora a Sel una verifica sulla tenuta della coalizione nel governo provinciale». E sulle dimissioni di Danti: «Nella sua lettera – prosegue Nocchi – ci sono punti di assoluta incoerenza, parla di sindaco ineccepibile, vanta i successi dell’amministrazione e poi di dinamiche nazionali e regionali che rendono impossibile il rapporto». «Non una parola sulla fusione Sat e Adf- interviene Ferrante – nelle sue motivazioni. C’era anche lui quando Sel votò a favore. E domenica, prima del cda, abbiamo chiaramente chiesto al coordinatore Paolo Fornai se il voto favorevole del Comune avrebbe causato una rottura del patto di governo con Sel. Ci hanno risposto di no». Le dimissioni «eroiche» di Danti – che si preparerebbe a candidarsi in Regione, magari nel listino bloccato dove l’elezione è sicura e senza fatica – e l’ostilità di Sel alla fusione non convincono insonum il Pd, che vi legge solo una scusa per rompere e fare di Pisa il «laboratorio politico per combattere Renzi e Rossv>. Fornai e Ghezzani invece ribadiscono: «Noi sempre critici su privatizzazione aeroporti e la goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la promessa, in puro stile Renzi, di finanziamenti pubblici per la pista di Firenze. La nostra esperienza col Pd è conclusa. Siamo stati leali fino in fondo» e rispediscono al mittente le accuse di «opportunismo». «Sel non è entrata in maggioranza per la poltrona di Dario e non ne esce per il suo lancio in Regione», precisa la Ghezzani.

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