Toscana Today: Pisa – Inquinamento dei terreni e delle falde acquifere

Ciccio Auletta porta in Consiglio l’inchiesta della DDA di Firenze, “un quadro allarmante che investe la Regione”.

“Subito verifiche sull’ipotesi di Inquinamento dei terreni e delle falde acquifere sotto l’aeroporto di Pisa e nel cantiere ex Vacis!”. Immediata è stata la reazione di Francesco Auletta, consigliere comunale a Pisa di Diritti in Comune (Una Città in Comune, Rifondazione Comunista, Possibile) che ha presentato a sindaco e giunta un Question time per chiedere “Urgenti verifiche sul possibile utilizzo di materiali altamente inquinanti nei cantieri ex-Vacis e aeroporto militare di Pisa”.

L’urgenza è scattata dopo aver letto la notizia, riportata dal quotidiano la Repubblica di sabato 17 aprile, secondo la quale, dalla inchiesta “Keu” della DDA di Firenze sulla presenza della ‘ndrangheta nel comprensorio del cuoio e sui reati ambientali ad essa connessi, emergerebbe che fanghi inquinanti prodotti dalla depurazione degli scarichi conciari smaltiti illegalmente sarebbero stati utilizzati anche nel territorio del comune di Pisa, in un cantiere all’interno dell’aeroporto militare di Pisa e in quello poco distante dell’ExVacis.

L’interrogazione del consigliere comunale Auletta

“Tenuto conto – si legge nel Question Time – che sempre secondo l’articolo a lanciare l’allarme sarebbe stato lo stesso comandante dei carabinieri forestali di Firenze, Luigi Bartolozzi, che ha condotto le indagini insieme ai militari del NOE. Preso atto che nell’articolo si afferma: “i fanghi “contenenti elevatissime concentrazioni di cromo – si legge nell’ordinanza di custodia firmata dal Gip Antonella Zatini, sarebbero finiti anche nel sottofondo di un’area di movimentazione veicoli e aeromobili all’interno dell’aeroporto militare di Pisa. Si tratta di alcune migliaia di tonnellate di rifiuti trasportati nel 2019 che per il giudice avrebbe determinato una contaminazione del perimetro interessato per diversi centinaia di metri quadrati”. E ancora: “Un quantitativo non determinato sarebbe stoccato nella vicina area ex-Vacis”. Tenuto conto dei gravi rischi per la salute derivanti dalla presenza di metalli pesanti dispersi nell’ambiente. Tenuto conto del possibile inquinamento anche delle falde acquifere come denunciato dallo stesso comandante dei carabinieri forestali. Si chiede al sindaco e alla giunta: Quali iniziative urgenti abbia intrapreso l’amministrazione a tutela della salute pubblica e dell’ambiente per avere tutte le verifiche sulla presunta presenza, secondo quanto emerso dalla stampa a seguito di questa inchiesta, di elementi altamente inquinanti all’interno di cantieri nell’aeroporto militare di Pisa e nell’area ex-Vacis”.

Il consigliere Auletta: “Un quadro allarmante”

La denuncia di Diritti in Comune. “Le informazioni riportate sulla stampa – ha spiegato Auletta – alzano il sipario su un quadro allarmante, che dobbiamo immediatamente monitorare. Dalle dichiarazioni del comandante dei carabinieri forestali di Firenze, Luigi Bartolozzi, che ha condotto le indagini insieme ai militari del NOE e da quanto emerge dall’ordinanza di custodia cautelare firmata dal Gip, apprendiamo che i fanghi, contenenti elevate concentrazioni di cromo, sarebbero finiti anche nel terreno sottostante un’area di movimentazione veicoli e aeromobili dell’aeroporto militare e che un quantitativo non determinato sarebbe stato stoccato nella vicina area ex-Vacis. Si tratta di alcune migliaia di tonnellate di rifiuti trasportati nel 2019, che per il giudice avrebbe determinato una contaminazione del perimetro interessato per diversi centinaia di metri quadrati. Stiamo parlando di una quantità ingente di sostanze tossiche e potenzialmente cancerogene e di conseguenza di gravi rischi per la salute derivanti dalla presenza di metalli pesanti dispersi nell’ambiente”. Tenuto conto anche del possibile inquinamento delle falde acquifere, come denunciato sempre dal comandante dei carabinieri forestali, il consigliere Auletta non ha perso tempo ed ha richiesto al sindaco ed alla giunta pisana un intervento immediato.

Sul sito di Una città in comune, che lo scorso mese di marzo ha festeggiato gli otto anni di attività politica, si legge una appassionata denuncia di quanto sia rimasta inascoltata la loro voce che da anni chiedeva un impegno a 360 gradi della Regione per contrastare le infiltrazioni della criminalità organizzata in alcuni settori più a rischio come quello della gestione dei rifiuti ma anche degli appalti nel settore dell’edilizia.

“Le inchieste “Keu” e “Calatruria” della DDA di Firenze

“Le inchieste “Keu” e “Calatruria” della DDA di Firenze stanno scuotendo la politica regionale: sono pesantissime le accuse nei confronti del segretario di gabinetto del presidente della Regione Eugenio Giani, Ledo Gori, del dirigente della Regione, Edo Bernini, del consigliere regionale del PD, Andrea Pieroni (già presidente della Provincia di Pisa, n.d.r.) e della sindaca di Santa Croce e presidente del Polo Tecnologico Conciario, Giulia Deidda – si legge – . Il sistema organizzato dagli esponenti dell’Associazione Conciatori di Santa Croce avrebbe coinvolto queste figure chiave del potere amministrativo locale e regionale per evitare i controlli ambientali e poter così garantire lo smaltimento illecito dei rifiuti conciari con la collaborazione di imprese controllate dalla ‘ndrangheta calabrese. In particolare, sotto l’occhio degli inquirenti sono le 8.000 tonnellate di rifiuti contaminati utilizzati in maniera illegale come materiale inerte di riempimento per i recenti lavori della strada regionale 429 Empolese-Valdelsa. Si sarebbe avvelenata la nostra terra per un lungo periodo sotto gli occhi di tutti grazie a complicità e coperture politiche utili ad evitare che si procedesse a controlli e verifiche e che avrebbero favorito questa attività illecita. Che il distretto del cuoio fosse disponibile all’ingresso della criminalità organizzata – e del suo denaro illecito da riciclare – era emerso chiaramente già dal maggio 2018 con l’inchiesta “Vello d’oro” della stessa DDA di Firenze. Che gli imprenditori e le società di depurazione spesso si liberassero abusivamente degli scarichi inquinanti non trattati, senza alcuna considerazione per le conseguenze ambientali e sulla salute dei cittadini, era evidente dai molti episodi occorsi in passato. Ma un simile sistema di corruzione e penetrazione della ‘ndrangheta, ramificato negli organi di controllo regionale e gestito direttamente dagli imprenditori del cuoio, rappresenta qualcosa di molto più preoccupante. Dalla inchiesta emerge, infatti, come importanti poteri economici e politici della nostra regione sarebbero in combutta da anni con attività criminali ai danni dei cittadini e dell’ambiente, utilizzando a proprio piacimento i servizi della ‘ndrangheta. Da anni ripetiamo che il contrasto alle infiltrazioni della criminalità organizzata nella nostra Regione è una priorità assoluta a partire proprio da alcuni settori più a rischio come quello della gestione dei rifiuti, ma anche degli appalti nel settore dell’edilizia. Questa inchiesta ne è una ulteriore e gravissima conferma, che imporrebbe ben altre scelte rispetto a quelle che si stanno prendendo. Infatti ad ogni livello si sta usando la pandemia per allentare vincoli e controlli, aumentando le deroghe e la deregolamentazione e favorendo così l’economia illegale e la penetrazione delle mafie”.

Articolo di Beatrice Bardelli su Toscana Today

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